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Sono mamma
Io e il mio bambino
Fenomenologia del papà
di 50 Sfumature di Mamma
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Il papà, quell’essere umano con cui abbiamo deciso di collaborare per avere un figlio. Che l’abbiamo scelto bene o ci sia capitato per caso poco importa: adesso si divide con noi il 50% della responsabilità.

Delle notti in bianco.

Dei pannolini sporchi.

Dell’allattam… Ah, no. Ricominciamo.

Il papà è colui che probabilmente non ricorderà mai la data della DPP, ma vi massaggerà la schiena, i piedi, il collo, la pancia, e soffrirà quanto voi, sicuro. A volte si fanno venire anche l’acidità di stomaco!

Se avevate dei dubbi sull’empatia del vostro compagno, in sala parto vi basterà guardare il suo volto per capire che non è lì per caso. E per capire dai suoi occhi quanto sia innamorato e felice.

Per quanto si senta esaltato dal suo nuovo ruolo, però, il papà ha una visione tutta diversa rispetto a quella della mamma. Per lui tutto è semplice, facile, bellissimo e, soprattutto, non perde tempo a lamentarsi, né a giudicare l’operato altrui: forse non saprà fare 53 cose contemporaneamente, come pare facciano le mamme, ma ne è consapevole e non se ne cruccia. Poco e meglio è la sua teoria.

Non si preoccupa se il figlio viene allattato al seno o al biberon: basta mangi.

Non si preoccupa se il figlio non è taglia 24 mesi a 6 mesi: crescerà.

Non si preoccupa se il figlio non dorme: tanto lui mica si alz… ehm, tanto prima o poi dormono tutti, no?

Già, la dote più grande dei papà è che riescono a concentrarsi solo sul proprio, di figlio, e ignorano cosa succeda nelle altre famiglie. E dobbiamo ammettere che a volte sono proprio utili per farci tornare alla ragione e smettere di fare confronti, vero?

Poi va beh, ci sono quelle cose lì che fanno un po’ tutti, in quanto uomini.

Tipo che i papà passano un tempo non quantificabile in bagno: è direttamente proporzionale al numero dei figli. Cosa facciano non si sa, ma sicuramente abbiamo dato un nuovo significato al concetto di “mi scappa la cacca”.

I papà sono tutti daltonici, e insensibili alle temperature, per di più. Potete anche lasciar loro i vestiti esatti, dalle mutande alla molletta, da mettere ai bambini, ma state sicure che qualcosa non andrà per il verso giusto. E se avete più di un figlio, allora ciao: aspettatevi di vedere la maggiore col body 18 mesi (lasciato aperto… “Tesoro, ma sai che non sono riuscito a chiuderlo?!”) e il piccolo con le mutande di Elsa, e con i collant a luglio.

I papà però sono anche quelli che fanno ridere. Sì, lo so, magari voi avete impiegato tutto il giorno a calmare le creature, e il massaggio, e il bagnetto, e l’olio, e le luci soffuse che tra un po’ vi addormentavate pure voi, e poi arrivano loro dal lavoro e che fanno? Lanciano in aria il povero bambino, lo torturano col solletico, lo rincorrono per casa… Ma pensateci bene, non sono adorabili? Ok, un po’ meno quando alle 23 vostro figlio è ancora lì con gli occhi pallati, ma anche loro hanno diritto alla loro parte di gioia nella giornata!

Il bello dei papà è anche che non si oppongono praticamente mai: se dici loro parole come “autosvezzamento”, “communication elimination”, “Montessori”, “Gonzales”, “alto contatto”, non solo non capiscono assolutamente niente, ma ti dicono “sicuramente sai cosa è meglio, amore, sei la mamma!” perché per loro tutto quello che dice la mamma va davvero bene.

Quando parliamo tra mamme, i papà escono sempre fuori un po’ bistrattati: non fanno abbastanza, non sanno fare, non ricordano gli appuntamenti, non conoscono le maestre dei figli… Però non è giusto, perché i papà sono anche quelli che oggi riescono ad essere tanto diversi dai loro padri e dai loro nonni. Che si dividono i compiti con le mamme, che cambiano pannolini e raccontano storie, che (ogni tanto) ricordano gli appuntamenti e le ricorrenze, che provano addirittura ad abbinare i colori! Sono coloro che ci fanno tornare nel mondo reale, che ci dicono che tutte quelle scemenze con cui ci stiamo fissando (perché lo facciamo, vero??) non servono a niente, sono quelli che ci dicono “esci stasera, vedo che ne hai bisogno”, sono quelli che regalano i fiori a noi e alle nostre figlie a San Valentino, sono quelli che ci fanno sentire protette e in cui, comunque vada, cercheremo rifugio quando ci sentiremo sole.

Certo, c’è sempre quel problemino lì della permanenza in bagno, ma non si può avere tutto, no?

Quindi, viva i papà!

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